TY - JOUR AU - Bianciardi, Caterina AU - Guercini, Jacopo AU - Martini, Giuseppe AU - Tassi, Rossana T1 - Lean thinking per l’ottimizzazione del percorso stroke dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese PY - 2017 Y1 - 2017-10-01 DO - 10.1706/2862.28863 JO - Politiche Sanitarie JA - Politiche sanitarie VL - 18 IS - 4 SP - 155 EP - 165 PB - Il Pensiero Scientifico Editore SN - 2038-1832 Y2 - 2024/03/29 UR - http://dx.doi.org/10.1706/2862.28863 N2 - L’ictus (o stroke) è la quinta causa di morte negli Stati Uniti, con il risultato di un decesso ogni 4 minuti. In Italia si verificano circa 200.000 nuovi casi di ictus ogni anno, con una mortalità del 25% entro 30 giorni e con il 50% di pazienti che non recupera una sufficiente autonomia dopo 12 mesi. L’ictus è una malattia grave: rappresenta la prima causa di disabilità e la seconda causa di demenza e di morte a livello mondiale. L’analisi dei vari studi eseguiti sulla trombolisi per via endovenosa (terapia della fase acuta dell’ictus ischemico) ha evidenziato che l’efficacia della terapia è tempo-dipendente (per ogni minuto in cui un’area cerebrale rimane priva di sangue, 2 milioni di cellule nervose muoiono). Il trattamento rapido di questa patologia può quindi minimizzare gli effetti negativi sulla salute dei pazienti e addirittura ridurne la mortalità. L’analisi e il miglioramento del percorso ictus è quindi fondamentale per raggiungere risultati di salute. Tutto questo passa attraverso una fase preospedaliera, in cui è importante la rapidità dei soccorsi e l’istituzione di percorsi condivisi con il servizio di emergenza-urgenza, e una fase intraospedaliera, dove è necessario rendere il più breve possibile il tempo che intercorre tra l’arrivo del paziente in ospedale e la somministrazione del farmaco fibrinolitico. Quest’ultimo periodo di tempo viene definito ‘ door-to-needle’ ed è comunemente utilizzato per valutare l’efficienza intraospedaliera del percorso stroke. Il lean thinking, metodologia di gestione che mira alla massimizzazione del valore per il cliente, può essere applicato in ambito sanitario, e in questo caso a percorsi tempo-dipendenti, al fine di analizzare e rendere più efficiente il processo di cura dei pazienti con ictus sottoposti a trattamento fibrinolitico, impattando sia sulla qualità delle cure che sulla mortalità dei pazienti. In questo articolo viene presentata l’esperienza maturata all’interno dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese nella quale, a partire dal 2013, è stato sviluppato un progetto di miglioramento riguardante principalmente la fase intraospedaliera del percorso, riducendo da 76 a 48 minuti il tempo di trattamento con ricaduta positiva sull’outcome dei pazienti. ER -