La nuova sfida di Politiche sanitarie

Lo scopo principale di una rivista con l’ambizione di affrontare la complessità delle politiche sanitarie, quello che in ultima istanza dovrebbe giustificarne l’esistenza, è rappresentato dall’offrirsi come ambito di discussione e confronto, di comunicazione di esperienze empiriche come pure di riflessioni ed analisi teoriche, rispondendo al meglio alle esigenze di ricerca e aggiornamento scientifico degli studiosi e degli operatori del settore sanitario. Sotto questo profilo appare essenziale restare sulla frontiera della ricerca e delle esperienze applicative, dando spazio sempre maggiore a studi rigorosi e innovativi sotto il profilo metodologico e ponendo a confronto le più significative esperienze nel campo delle politiche sanitarie a livello nazionale e internazionale.
Non solo questo però. Occorre far sì che la discussione, il confronto e la comunicazione di esperienze non restino confinati nella cerchia, più o meno ristretta, degli studiosi del settore, ma chiamino in causa direttamente coloro che sono coinvolti nella complessità dei problemi posti dalla politica sanitaria, in quanto detentori di specifiche responsabilità decisionali, ai vari livelli del sistema, negli ambiti del governo e dell’amministrazione regionale o aziendale, come amministratori, manager o detentori di responsabilità clinico-assistenziali. Si tratta quindi di rivolgersi ai soggetti che con le proprie scelte influenzano i servizi, governandone il funzionamento ed indirizzandone lo sviluppo.
Una rivista come Politiche sanitarie deve quindi porsi il problema di riuscire ad operare, nei limiti dei propri mezzi, come canale di comunicazione tra questi diversi potenziali interlocutori, facendo dialogare il mondo della ricerca e il mondo dei dirigenti e degli operatori del settore sanitario.
Queste ‘buone intenzioni’ necessitano di alcune essenziali condizioni per potersi effettivamente realizzare. Innanzitutto, va coltivata la ricerca di una visione opportunamente multidisciplinare, che sappia stimolare i diversi ambiti del mondo accademico che si interfacciano con i temi della politica sanitaria. Inoltre occorre riuscire a rappresentare studi, analisi teoriche, valutazioni empiriche che sappiano cogliere i temi di volta in volta rilevanti per gli ambiti in cui le politiche sanitarie sono formulate, con la capacità di stimolare anche chi opera nel settore sanitario ad esprimere, attraverso la rivista, la concretezza delle proprie esperienze e la cogenza dei propri problemi.
In questo contesto appare fondamentale anche la costruzione di relazioni con le tecnostrutture di cui le regioni si sono variamente dotate, talvolta ricorrendo (sia pure con modalità molto diversificate) alla forma delle agenzie sanitarie. Queste tecnostrutture affrontano oggi nel nostro paese problemi in larga misura comuni, ma in un quadro che appare purtroppo ancora carente in termini di comunicazione e scambio di idee, per cui si richiedono spazi di dibattito che consentano un utile confronto tra le diverse esperienze che nelle singole regioni sono sviluppate. Anche su questo fronte è importante che Politiche sanitarie offra spunti di discussione e di diffusione delle conoscenze.
Gli obiettivi che abbiamo indicato rappresentano una sfida probabilmente difficile da affrontare, ma certamente molto stimolante e avvincente, una sfida che cercheremo di onorare con il nostro impegno, sperando di confermare gli eccellenti risultati ottenuti grazie al prezioso lavoro fin qui svolto da Gilberto Muraro, Piervincenzo Bondonio, George France, Luca De Fiore, Mara Losi e dal Comitato scientifico.
Il nuovo percorso della rivista prende l’avvio proprio in occasione del trentesimo anno dalla nascita del nostro Servizio sanitario nazionale: i valori che ne hanno ispirato l’istituzione rappresentano per noi uno stimolo ed una chiave interpretativa nell’affrontare i problemi delle politiche sanitarie.

Roberto Grilli, Vincenzo Rebba