Segnalazioni


Assessing the effectiveness of the Italian risk- zones policy during the second wave of covid-19

Pelagatti M, Maranzano P

Health Policy 2021; 125: 1188-1199


Il 4 novembre 2020 il governo italiano ha introdotto una nuova politica per affrontare la seconda ondata di covid-19. Sulla base di una batteria di indicatori, alle 21 regioni amministrative italiane è stato assegnato un livello di rischio tra giallo, arancione, rosso e, a partire dal 6 novembre 2020, sono stati applicati di conseguenza diversi set di restrizioni. Questo evento rappresenta un esperimento naturale che permette di valutare gli effetti degli interventi non farmaceutici, liberi da quei fattori di disturbo che interessano gli studi transnazionali.

Gli autori hanno estratto il tasso di crescita giornaliero di nuovi casi, ricoveri e pazienti in terapia intensiva dai dati ufficiali e valutato come le diverse restrizioni abbiano avuto impatti differenti nel ridurre la velocità di diffusione del virus.

Dall’analisi risulta che tutti e tre i set di restrizioni hanno un effetto sulla velocità di diffusione della malattia, ma mentre la politica più mite (gialla) porta a un numero costante di ricoveri (tasso di crescita zero), la politica più severa (rossa) è in grado di dimezzare in circa un mese gli accessi ai reparti ordinari e alle unità di terapia intensiva. Gli effetti della politica intermedia (arancione) sono più volatili e sembrano solo leggermente più efficaci della politica più mite (gialla).



The covid-19 crisis and telework: a research survey on experiences, expectations and hopes

Moens E, Lippens L, Sterkens P et al

Eur J Health Econ 2021 Doi: https://doi.org/10.1007/s10198-021-01392-z


Sebbene un numero considerevole di lavoratori in tutto il mondo sia costretto a lavorare da casa a causa della crisi causata da covid-19, non c’è evidenza su come sia stata percepita questa esperienza. Partendo da questa considerazione, un gruppo di ricercatori belgi ha esaminato attraverso un sondaggio web la percezione che alcuni lavoratori dipendenti fiamminghi hanno del telelavoro e le loro impressioni sulle sue ripercussioni su vari aspetti della loro vita e della loro carriera, distinguendo tra telelavoro tipico e telelavoro applicato durante la crisi di covid-19.

Nonostante questo periodo eccezionale di telelavoro improvviso, obbligatorio e ad alta intensità, gli intervistati attribuiscono caratteristiche principalmente positive al telelavoro, tra cui una maggiore efficienza e un minor rischio di burnout. La stragrande maggioranza dei dipendenti intervistati ritiene che il telelavoro (85%) e le conferenze digitali (81%) siano destinate a restare oltre la fine della crisi. Al contrario, alcuni temono che il telelavoro riduca le loro opportunità di promozione e indebolisca i legami con i colleghi e il datore di lavoro.



Cost-effectiveness of covid-19 policy measures: a systematic review

Vandepitte S, Alleman T, Nopens I et al

Value Health 2021; 24 (11): 1551-1569


La pandemia da covid-19 ha avuto un forte impatto sulla nostra società, anche in seguito all’attuazione di drastiche restrizioni politiche per contenere la diffusione del virus. Questo studio offre una panoramica degli studi di costo-efficacia disponibili in merito a varie misure politiche adottate per contenere la malattia da coronavirus.

I ricercatori hanno condotto una ricerca sistematica della letteratura su PubMed, Embase e Web of Science, prendendo in considerazione le valutazioni economiche che esaminavano sia i costi che gli outcome di salute. La loro qualità è stata determinata utilizzando la Consensus health economic criteria (Chec) list dell’università di Maastricht. Successivamente è stata valutata la qualità dei modelli epidemiologici.

Sono stati identificati 3688 articoli, di cui 23 inclusi nella ricerca. Gli studi erano eterogenei per quanto riguarda la qualità metodologica, i fattori contestuali, il contenuto delle strategie, la prospettiva adottata, i modelli applicati e le misure di outcome utilizzate. Nel complesso i test/gli screening, il distanziamento sociale, i dispositivi di protezione individuale, la quarantena/l’isolamento e le misure igieniche sono risultati costo-efficaci. La scelta tra le diverse strategie e la combinazione ottimale di più strategie sono dipese dal numero di riproduzione del virus e dal contesto. Con un numero di riproduzione in aumento, l’estensione delle attività di screening e l’attuazione combinata e tempestiva di più misure di restrizione sono risultate le strategie più efficienti.

La valutazione della qualità delle valutazioni ha evidenziato numerosi limiti negli approcci utilizzati nei singoli studi; quindi, i loro risultati dovrebbero essere interpretati con cautela perché il contesto specifico (paese, gruppo target etc.) è un fattore chiave per determinare la costo-efficacia degli interventi. Infine, includere una prospettiva sociale nelle valutazioni future è fondamentale perché questa pandemia ha un’influenza indiretta sul trattamento di altre condizioni cliniche e sulla nostra economia globale.

Principles of economic evaluation in a pandemic setting: an expert panel discussion on value assessment during the coronavirus disease 2019 pandemic

Asukai Y, Briggs A, Garrison LP et al

Pharmacoeconomics 2021; 39 (11): 1201-1208


Poiché la pandemia da covid-19 continua a generare morbilità e mortalità significative, nonché considerevoli impatti economici e sociali, il panorama dei potenziali trattamenti ha iniziato lentamente ad ampliarsi. Trattandosi di una malattia con conseguenze che coinvolgono ambiti diversi da quello strettamente sanitario, è più probabile che la società attribuisca un valore rilevante a qualsiasi tipo di intervento in grado di ridurre l’eccessivo impatto economico di covid-19.

I trattamenti per le patologie gravi hanno generalmente un profilo di valore diverso da quello dei vaccini prodotti su larga scala, poiché i primi sono utilizzati su sottogruppi mirati e potenzialmente piccoli di pazienti a differenza dei secondi che sono impiegati in funzione preventiva su bacini molto ampi di persone. Laddove i vaccini riducono la trasmissibilità di covid-19, i trattamenti terapeutici agiscono sui sintomi degli individui infetti.

Questo position paper riassume le riflessioni di un gruppo di esperti di rilievo internazionale su come applicare i principi esistenti di valutazione economica alle terapie che emergono in un contesto di pandemia, con un focus specifico sui casi gravi di covid-19 ospedalizzati. Il panel ha concluso che i principi fondamentali della valutazione economica non devono essere drasticamente revisionati per affrontare le sfide di una pandemia, ma che ci sono diversi elementi aggiuntivi di valore come l’equità, la gravità della malattia, il valore assicurativo e gli effetti delle ricadute scientifiche e familiari che dovrebbero essere presi in considerazione quando si presentano i risultati ai decisori. Il panel ha anche messo in evidenza le sfide persistenti su come la società dovrebbe valutare le nuove terapie, che diventano particolarmente salienti nel caso della pandemia, e la soglia appropriata di costo-efficacia da applicare.



Towards a broader assessment of value in vaccines: the Brave way forward

Bell E, Neri M, Steuten L

Appl Health Econ Health Policy 2021 Doi: https://doi.org/10.1007/s40258-021-00683-z


La pandemia da covid-19 ha dimostrato che l’impatto di vaccini efficaci può estendersi ben oltre gli individui vaccinati e i sistemi sanitari. Tuttavia, questi elementi di valore più ampi non sono in genere considerati nella valutazione delle tecnologie sanitarie (Hta). Lo studio mira a descrivere il divario tra gli elementi di valore più ampi identificati nei value framework per i vaccini e quelli riconosciuti nell’Hta dei vaccini in nove mercati sviluppati, e a sviluppare raccomandazioni informate e basate sul consenso degli esperti su come gli ostacoli per un più ampio riconoscimento del valore dei vaccini potrebbero essere superati.

È stato utilizzato un metodo Delphi modificato in quattro fasi: fase 1 di ricerca bibliografica (utilizzando PubMed Web of Science e Google che copre gli anni 2000-2019), fasi 2 e 3 di elicitazione del parere di esperti (compiuta attraverso due sondaggi via e-mail e una tavola rotonda virtuale con 10 esperti provenienti da 9 paesi), fase 4 di sintesi delle raccomandazioni.

Circa la metà degli elementi di valore più ampi che caratterizzerebbero i vaccini non sono considerati nei processi di Hta dei paesi a reddito elevato. Gli esperti hanno identificato cinque aree prioritarie per un più ampio riconoscimento del valore: considerazione più approfondita dell’ottimizzazione dei costi a lungo termine all’interno del sistema sanitario; qualità della vita dei caregiver; trasmissione; prevenzione della resistenza antimicrobica; effetti macroeconomici.

Per ottenere un riconoscimento più ampio del valore dei vaccini, è stato raccomandato un approccio su tre fronti, incentrato su: prove (guidare in modo proattivo la generazione di prove di alta qualità per quantificare il valore più ampio dei vaccini per la società), capacità (sfruttare e sviluppare ulteriormente le competenze metodologiche e analitiche esistenti per riconoscere in modo appropriato l’ampio valore dei vaccini all’interno dei processi di Hta), disponibilità (stimolare il coinvolgimento delle parti interessate per cambiare lo statu quo e passare a processi di valutazione del valore più trasparenti e completi per i vaccini a livello globale).



Intention to be vaccinated for covid-19 among Italian nurses during the pandemic

Trabucco AM, Mennini FS, Gazzillo S et al

Vaccines (Basel) 2021; 9 (5): 500


Mentre la pandemia da covid-19 si è diffusa a livello globale, i sistemi sanitari sono stati sopraffatti dalla mortalità diretta e indiretta di altre condizioni curabili. Poiché la vaccinazione contro covid-19 si è dimostrata fondamentale per prevenire e contenere la malattia, lo sviluppo del vaccino è stato accelerato in tutto il mondo. Nonostante la vaccinazione sia comunemente riconosciuta come l’approccio più efficace per affrontare covid-19, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’esitazione a vaccinarsi è un problema globale. Per approfondirlo, gli autori dello studio hanno condotto un sondaggio online sugli infermieri in quattro diverse regioni italiane tra il 20 e il 28 dicembre 2020. Il sondaggio mirava a ottenere dati sull’accettazione della vaccinazione contro covid-19, in modo da pianificare interventi specifici per aumentare il tasso di copertura vaccinale. In totale, 531 su 5000 infermieri invitati hanno completato il questionario online. La maggior parte degli infermieri arruolati nello studio (73,4%) era rappresentato da donne. Tra gli infermieri, il 91,5% era intenzionato ad accettare la vaccinazione, il 2,3% era contrario e il 6,2% era indeciso. Il sesso femminile e la fiducia nell’efficacia del vaccino rappresentavano i principali predittori dell’intenzione di vaccinarsi, mentre altri fattori, inclusi i problemi di sicurezza del vaccino (effetti collaterali), non erano significativi.

Nonostante la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace, l’intenzione di essere vaccinati non si è dimostrata ottimale nel campione analizzato. Contrariamente alle aspettative, non è stato riscontrato che le preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino influiscano sul tasso di accettazione. Tra gli infermieri dovrebbero essere promossi interventi volti ad aumentare la consapevolezza dell’efficacia della vaccinazione, al fine di aumentare il numero di persone vaccinate.


A cura di Silvia Coretti